
«Questo Paese non ti perdona la leggerezza e il talento. Quella che mi sta succedendo è una cosa violentissima. Io ho detto delle cose giuste in maniera sbagliata», dice stavolta Insinna, imbastendo la sua difesa partendo da quel «nana di me*da» che il conduttore aveva rivolto a una concorrente di Affari Tuoi di qualche anno fa. «La vio*enza è stata fatta a me facendo sentire un audio a una persona che non avrebbe mai dovuto sentire». Eppure, per ora, non ha alzato la cornetta per chiedere alla signora il suo perdono: «Sono stato perdonato quando Cristo è salito sulla croce». «Ho tanti difetti, ma non mi sono mai nascosto e non mi nasconderò mai. È ovvio che ci scusiamo con la signora. La prima cosa che ho fatto è stata telefonare alla Rai dicendo che per qualsiasi multa io sono qua. Stasera, con tutto l’odio che c’è contro di me, io vengo qua per parlare di amore e di quello che questo Paese dovrebbe ritrovare. Uscite da dietro i computer con tutto quel veleno e quell’odio che non serve», afferma Insinna prima di scagliarsi nuovamente contro Striscia in merito alla lettura di un passo del suo libro Neanche un morso all’orecchio che, a detta di Ricci, parlerebbe di femminicidio.
"Se fosse capitato a un altro avrei cercato di capire anziché di giudicare"
Intanto, la difesa continua: «Se avessi visto quelle immagini dall’esterno avrei senz’altro cercato di capire anziché giudicare. Io continuo a scusarmi, ma ho sempre difeso quello che stavo e stavamo facendo. Mi vergogno, mi vergogno, mi vergogno. Se tutto quello che facciamo prima e dopo le ore di lavoro è più importante del lavoro stesso questo Paese muore. Ho chiesto passione a tutti e lo dico anche a voi: vorrei che venissero a parlare tutti i concorrenti a cui ho concesso di pensare venti minuti prima di fare la scelta andando contro a tutti quelli del pubblico che volevano andare a casa perché erano stanchi».

Infine un ultimo appunto sul suo carattere, a detta dello stesso Insinna, non proprio facile: «Quando faccio i film, la notte staccano il telefono. Ho rotto a chiunque, sono uno che quando gli viene un’idea chiama alle tre di notte. Ci sono dei registi che mi adorano e altri che mi odiano. Una delle forme più alte della felicità è amare quello che si fa. Ma è un privilegio riservati a pochi. Posso dire che sono passionale nella vita, ma questo Paese è senza passione».
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